Dove mangiare i prodotti tipici umbri

Umbria

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I paesini dell’Umbria potrebbero rappresentare la meta perfetta per un tour gastronomico durante la bella stagione: il territorio umbro non è noto solo per le sue bellezze naturali mozzafiato e per la sua incredibile storia, ma anche, e soprattutto, per i suoi insuperabili prodotti tipici. E quindi, quali luoghi visitare e quali prodotti assaggiare per conoscere al meglio questa Regione?
Sono moltissime le specialità gastronomiche dell’Umbria, tanto che elencarle tutte potrebbe essere impresa davvero ardua. Eppure vi sono tre proposte che non possono essere dimenticate quando si visita questa regione: il salame corallina di Norcia, le lenticchie di Castelluccio e il pecorino di Norcia del pastore.

Lenticchie di Castelluccio

Da sempre simbolo dell’alimentazione umbra, le lenticchie di Castelluccio sono un prodotto unico. Coltivate sin da tempi antichissimi nel Parco dei Monti Sibillini – alcune tracce risalirebbero addirittura al 3000 a.C. – queste lenticchie sono considerate tra le migliori presenti sul territorio italiano. Tanto da meritarsi il riconoscimento IGP, ovvero l’Indicazione di Origine Protetta.

L’area di coltivazione è soprattutto concentrata ai piedi del Monte Vettore, dove questi legumi possono godere di un clima ideale per crescere rigogliosi e sviluppare il loro inconfondibile sapore. Resistono infatti anche a temperature molto rigide, considerando che riescono a svilupparsi anche a 1.500 metri d’altezza. Un piacere non solo culinario, ma anche visivo: a partire dal mese di maggio, le lenticchie iniziano a fiorire colorando i Monti Sibillini di splendide gradazioni di rosso.

Le lenticchie di Castelluccio si caratterizzano per le loro dimensioni ridotte, la forma piatta e per le colorazioni più varie: dal verde intenso al marrone. Possiedono una buccia resistente, ma al contempo sono molto tenere, tanto che non devono essere lasciate a lungo in ammollo prima di poterle cucinare. Queste lenticchie assicurano un sapore intenso, vagamente speziato, adatto a numerosi abbinamenti, ma anche come semplice contorno. Ricche di sali minerali, proteine e amminoacidi essenziali, la loro diffusione è dovuta principalmente alla grande tradizione contadina locale: nel corso dei secoli, i coltivatori le sceglievano come validissimo sostituto della carne. Oggi rappresentano il perfetto accompagnamento proprio per i piatti a base di carne, così come per insaccati di stagione come cotechino e zampone.

Salame corallina di Norcia

Il salame corallina di Norcia è forse uno tra i più conosciuti e apprezzati prodotti tipici umbri, tanto da aver trovato ormai diffusione su tutto il territorio nazionale. Ma è solo immergendosi nelle sue terre d’origine che se ne può assaporare la storia e l’antica tradizione, oltre all’inconfondibile gusto.


Il salame corallina di Norcia nasce come bontà tipica del periodo pasquale, sebbene oggi venga consumato tutto l’anno. Si tratta di un salume magro, preparato con carni di maiale altamente selezionate e originario della tradizione contadina locale. Questa delizia viene realizzata con le parti più magre del suino , come spalle e pancettoni, lavorate in un impasto fine e delicato. A quest’ultimo viene quindi aggiunto del lardo in cubetti sottili, circa il 30% del peso totale del salame, nonché sale, pepe e numerose spezie aromatizzanti.

Una volta insaccato, il salame corallina viene sottoposto a un preciso procedimento di conservazione e affumicatura, tipico della tradizione contadina. Deve infatti riposare in un luogo areato e sufficientemente caldo, in presenza di una stufa a legna dove occasionalmente vengono aggiunte anche piante aromatizzanti, come le bacche di ginepro.

L’antica tradizione permette di ottenere un salume di medie dimensioni – da 400 e 800 grammi di peso – dal sapore intenso e persistente, ma anche morbido al palato. L’abbinamento perfetto con tutte le carni, i formaggi freschi e stagionati, ma anche ai prodotti da forno e al vino rosso.

Così come accennato, il salame corallino rappresenta un’antica preparazione norcina del periodo pasquale. Durante la Settimana Santa, infatti, tradizione vuole che se ne consumi qualche fetta sin dal primo mattino, di frequente abbinata al formaggio. Oggi viene però scelto tutto l’anno, anche perché sinonimo di antipasto nell’intera regione: una bontà a cui non si può rinunciare, tanto da essere distribuito in tutta Italia, in particolare in altre regioni limitrofe come il Lazio.

Pecorino di Norcia del pastore

Una perfetto tour enogastronomico dell’Umbria non può prescindere dall’area del norcino, non solo per il già citato salame corallina. Uno dei prodotti più noti è infatti il pecorino di Norcia del pastore, un formaggio di origine povera oggi entrato di diritto anche nelle ricette degli chef più blasonati. Inserito nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali Italiani (P.A.T.), si tratta di un preparato caseario a base di latte di pecora, dal sapore unico nel suo genere. Realizzato in forma cilindrica, questo pecorino presenta una crosta giallognola che aumenta di intensità a seconda del periodo di stagionatura, di circa 120 o 180 giorni. Ottenuto seguendo precise tecniche contadine, viene prodotto da gennaio ad agosto, in particolare nell’alta Valnerina. Grazie all’alimentazione di cui possono approfittare le pecore in questi luoghi incontaminati, il formaggio assume una consistenza al palato molto intensa e un sapore leggermente piccante.

Prodotto sin da tempi antichissimi – già nel 1500 questo pecorino era conosciuto in tutta l’Umbria – può essere abbinato a moltissime preparazioni, dai primi piatti alle carni, passando per i più corposi vini rossi.

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