Strangozzi: curiosità, origine e condimenti ideali

Stringozzi umbri

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Visitare l’Umbria significa anche approfittare delle sue gustosissime ricette tipiche, tra cui gli immancabili strangozzi. Questo formato di pasta senza uova, dalle sembianze simili ai lacci delle scarpe, rappresenta una vera e propria prelibatezza per il palato: gustati semplici oppure abbinati al tartufo, gli strangozzi trovano oggi spazio anche nelle cucine gourmet. Eppure, si tratta di un piatto povero e dalle origini antichissime: come è nata questa pasta, quali sono le curiosità relative alla sua storia e, fatto non trascurabile, quali i condimenti ideali?

Strangozzi: la storia e le curiosità in pillole

Così come già accennato, gli strangozzi sono uno dei prodotti alimentari più rappresentativi dell’Umbria. Con il termine si indica un formato di pasta lunga e rettangolare, molto diffuso nel Folignate-Spoletino, ma conosciuto anche nelle vicine Marche, in Abruzzo e nel Lazio. Dalle origini antichissime, si tratta di un piatto nato dalla cultura povera e contadina: non a caso gli ingredienti di base sono semplici e comuni, come farina di grano tenero e acqua.

Il nome di questa pasta lascia già intuire la sua storia, le cui radici affondano ai tempi dello Stato Pontificio del XVI secolo. L’Umbria è stata per secoli sotto il controllo proprio della Chiesa, poiché considerata terra santa, eppure questo dominio pare non sia mai stato particolarmente gradito dalla popolazione locale. Nel corso del sedicesimo secolo fiorirono in tutta la regione – e soprattutto nei dintorni di Perugia – dei moti rivoluzionari per permettere alla popolazione di sottrarsi al controllo dello Stato Pontificio. In particolare, alcune decisioni delle autorità ecclesiastiche avevano alimentato l’ira di molti residenti, quale l’imposizione di una tassa sul sale: questo spiega perché la ricetta degli strangozzi, almeno nella sua versione tradizionale, non preveda questo minerale fra i suoi ingredienti.

Le tensioni tra popolazione e ceti ecclesiastici portano ad azioni di rivalsa e all’omicidio di alcuni prelati, uccisi per strangolamento tramite l’utilizzo di stringhe per scarpe. Gli strangozzi – un gioco di parole tra “strangola” e “gozzo” – ricordano proprio questo moto di ribellione al potere consolidato, non a caso assumono le sembianze di classiche stringhe in cuoio per calzature. Data questa storia, gli strangozzi vengono spesso confusi con gli strozzapreti, un tipo di pasta tuttavia dalla forma e dalle proprietà differenti.

Strangozzi: la leggenda di Barbarossa

A questa gustosissima pasta, caratterizzata da una superficie ruvida e dall’ottima consistenza al palato, è anche associata una leggenda relativa alla città di Spoleto: una storia talmente sentita dalla popolazione locale, tanto da rendere il piatto una vera e propria specialità tipica della città.


Secondo quanto narrato a livello popolare, nel XII secolo Federico Barbarossa – deciso a distruggere l’Umbria – si recò presso il castello di Pissignano, nei pressi della collina di Campello Alto. L’imperatore vi soggiornò per qualche giorno prima della sua vendetta su Spoleto, città che decise di coinvolgere in un vistoso incendio. Proprio durante questo soggiorno, sembra che Barbarossa abbia potuto assaggiare degli strangozzi talmente buoni, tanto da convincerlo a non distruggere completamente la Regione, salvando dalla sua ira molti dei luoghi umbri maggiormente popolati.

Strangozzi: i condimenti ideali

Poiché alimento realizzato con ingredienti semplici e versatili, e considerata la superficie ruvida e porosa di questo formato di pasta, gli strangozzi si prestano ai più svariati abbinamenti. Tanto che quasi ogni località umbra propone degli specifici condimenti: l’occasione giusta, magari durante un viaggio, per concedersi un’esperienza gustativa variegata e dalle mille sfumature.

Proprio in merito alla tradizione e alle tipicità di ogni città umbra, le versioni maggiormente note e apprezzate sono:

  • Strangozzi al tartufo: si tratta di uno degli abbinamenti maggiormente conosciuti degli strangozzi, anche fuori dai confini dell’Umbria. In genere, per la preparazione degli strangozzi al tartufo, viene scelto il tartufo di Norcia, apprezzato per il suo intenso sapore aromatico;
  • Strangozzi alla Norcina: sempre dalla città di Norcia giunge una famosissima variante degli strangozzi, realizzata con salsicce rosolate all’aglio, farina, latte e panna;
  • Strangozzi alla Spoletina: arriva invece da Spoleto un condimento dove il pomodoro magro è protagonista, arricchito da aglio, pepe nero, prezzemolo e olio extravergine di oliva.

Nel corso dei secoli la preparazione degli strangozzi si evoluta in centinaia di alternative, anche perché il formato di pasta e l’assenza di sale hanno garantito una grande capacità di sperimentazione. Tra i condimenti più diffusi si elencano gli strangozzi con funghi porcini, seguito da quelli agli asparagi, al peperoncino, con porri e speck, al ragù di maiale, al sedano nero e molti altri ancora.

Strangozzi alla Norcina: la ricetta veloce

Tra le tante ricette oggi disponibili, una delle più semplici da realizzare a casa è quella degli strangozzi alla Norcina: gli ingredienti comuni, disponibili ovunque, per piccola e grande distribuzione, permettono di prepararli e gustarli praticamente in qualsiasi luogo d’Italia. Ecco la ricetta semplificata per 4-6 persone.

Ingredienti per la pasta:

  • 300 grammi di farina di grano duro;
  • acqua.

Ingredienti per il condimento:

  • 200 grammi di salsicce;
  • 200 grammi di panna da cucina;
  • pepe, sale, olio extravergine e pecorino q.b.

Preparazione:

Come facile intuire, la ricetta parte dalla preparazione della pasta. Si versa la farina sul piano di lavoro, creando la tipica fontana, e si versa lentamente l’acqua amalgamando lentamente, fino a ottenere un impasto morbido ma compatto. Se l’operazione dovesse risultare difficile, è possibile aggiungere un filo d’olio mentre si mescola la farina. All’impasto dovrà essere data la forma di un panetto, da lasciare riposare per qualche minuto avvolto in un panno di cotone.
Mentre la pasta riposa, si può cominciare a preparare il condimento. Si versi un filo d’olio in una padella antiaderente e, quando caldo, si aggiunga la salsiccia tagliata in pezzetti grossolani con le mani. Si lascia rosolare per qualche istante e si aggiunge quindi la panna da cucina: il condimento andrà cotto per qualche minuto: raggiunta una consistenza cremosa, il fuoco andrà spento e si lascia il composto riposare.

Aiutandosi con un matterello, si può stendere il panetto di pasta realizzato in precedenza, fino a raggiungere un’altezza di circa tre o quattro millimetri. La pasta viene quindi tagliata in piccole strisce sul lato lungo, per ottenere delle piccole stringhe. A questo punto gli strangozzi possono essere gettati nell’acqua salata e bollente, per una cottura di circa sei minuti.

Una volta scolati, gli strangozzi possono essere fatti saltare in padella con il condimento di salsiccia e panna, per poi essere adagiati sul piatto. A questo punto, basterà aggiungere un pizzico di pepe e una spolverata di pecorino per ultimare la ricetta.

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