Vini da meditazione: gli abbinamenti migliori

Vini da meditazione

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Non tutti sono a conoscenza dell’esistenza dei vini da meditazione. Quali sono le loro caratteristiche? E in quale momento del pasto andrebbero serviti? Descriviamo alcune tipologie dei cosiddetti vini da dessert e scopriamo di più sulla loro origine.

Vini da meditazione

Luigi Veronelli, uno dei più autorevoli giornalisti enogastronomici del Novecento, è stato il primo a coniare la categoria Vino da meditazione e lo fece proprio per porre in risalto una selezione di vini particolarmente pregiati che potevano essere consumati anche lontano dai pasti.

La caratteristica saliente dei vini da meditazione è, in un certo senso, la loro rarità. Si tratta di vitigni a bassa resa oppure di vini a lento invecchiamento (come il Brunello di Montalcino che riposa per 5 anni) o, ancora, dei cosiddetti vini da dessert come il passito e i vini liquorosi come il porto.

Vini muffati

Fra i vini da meditazione rientrano anche i cosiddetti vini muffati. Si tratta di vini particolarmente dolci, il cui tasso zuccherino può raggiungere anche 250 grammi per litro. La produzione di questi vini avviene sfruttando la formazione di un particolare tipo di muffa nobile chiamata botrytis cinerea, la cui azione ha il compito di conferire al vino un particolare sentore di miele, albicocca e note tostate.

Gestire il processo di produzione dei vini muffati è cosa complicatissima. Bisogna infatti evitare il rischio di marcescenza a ogni passaggio e monitorare di continuo ogni fase. Le rese sono bassissime e si può facilmente intuire perché questi vini sono fra i più pregiati esistenti.

Vini per dessert: i passiti

I vini passiti sono dolci perché seguono un processo di produzione che prevede una fase di fermentazione più lunga degli zuccheri presenti nell’acino d’uva. Questa fase può avvenire sia quando il grappolo è ancora attaccato alla pianta e si parla di vendemmia tardiva oppure può iniziare dopo la raccolta lasciando a maturazione i grappoli nei cosiddetti fruttai.

Non tutti le tipologie di uva sono idonee alla fase di appassimento: le migliori sono le varietà che hanno una buccia più spessa, capace di trattenere i succhi in fermentazione all’interno del chicco d’uva. Questa fase dura almeno tre mesi e sottopone il raccolto a una perdita di peso fisiologico di almeno il 50% del peso iniziale.

Vini da meditazione: abbinamenti

Molti abbinano i vini da meditazione con i dolci secchi: vin santo e cantuccini sono un must indiscusso e che ha fatto scuola lungo tutta la penisola. Anche i formaggi erborinati possono esaltare il sapore dei vini passiti. Tuttavia, volendo in qualche modo assecondare la natura stessa dei vini da meditazione, sentiamo di dover abbandonare il campo culinario per suggerire in abbinamento un certo mood incardinato su relax e buona musica. I vini da meditazione sono prima di tutto una predisposizione d’animo.

Nomi vini da meditazione

Ogni regione italiana ha le sue eccellenze, i vini da meditazione sono molto apprezzati ovunque ed esistono vini passiti molto rinomati, sia rossi che bianchi. Di seguito abbiamo ritenuto utile suggerire qualche etichetta di particolare pregio, come il Sagrantino di Montefalco, che saprà deliziarvi con le sue tonalità rosso rubino.

Vini rossi da meditazione

  • Sagrantino di Montefalco, passito;
  • Innominabile, passito;
  • Aleatico, passito;
  • Ciliegiolo rosso, passito;
  • Vernaccia di Cannara;
  • Umbria rosso passito;
  • Vino alle visciole di Marasco.

Vini bianchi da meditazione

  • Mosto cotto di Collefrisio;
  • Calcaia Orvieto, vino a Muffa Nobile;
  • Moscato, passito;
  • Umbria bianco, passito.

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